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     -Storie, leggende e curiosità-

La nascita del "Monferrato"

-Storia di una cavalcata memorabile-

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L'origine del Monferrato, per alcuni, si può ricercare tra le pagine di testi del 1300 firmati dal domenicano Iacopo d'Acqui e dal sommo poeta italiano Giosuè Carducci.

In questi scritti la storia si perde nel mistero, si narra di coraggiose gesta, di fughe d'amore, di grandi battaglie e dolci epiloghi, insomma tutti gli ingredienti necessari per una vera e propria leggenda, quella di Aleramo, Marchese del Monferrato.

 

Rimasto orfano dei suoi genitori, Aleramo venne ingaggiato nell'esercito imperiale ed entrò alla corte dell'Imperatore Ottone I, ove conobbe Alasia, figlia dell'Imperatore, e tra i due nacque un tenero sentimento. Incapaci di riferire la cosa a sua maestà temendo un rifiuto al matrimonio, i due innamorati scapparono nelle terre natali di Aleramo. Nella fuga usarono lei un cavallo bianco e lui uno rosso (da qui lo stemma degli Aleramici). L'imperatore Ottone I, venuto a conoscenza della cosa, volle incontrare il coraggioso giovane e perdonò i due amanti.

All' intraprendente Aleramo furono concesse tante terre quante egli fosse riuscito a percorrerne cavalcando senza sosta. Il territorio che egli percorse è il Monferrato: tale nome deriva da mun (mattone) e da frà (ferrare), ovvero dai mattoni utilizzati per ferrare i tre cavalli che Aleramo cavalcò.

Esistono però diverse varianti della leggenda, come quella che vuole Aleramo ottenere il territorio che fosse riuscito a cavalcare in tre giorni e tre notti, e che il nome Monferrato deriva dall'aver usato un mattone (mòn) come martello per ferrare il cavallo che aveva perso un ferro (fér) durante la corsa.

Altri fanno risalire il nome Monferrato ai numerosi castelli in mattoni fortificati che sono presenti in questa zona geografica. In questo caso il dono del territorio viene fatto risalire non al suo amore con la figlia di Ottone I, ma al valore dimostrato nella liberazione della Liguria occidentale e del basso Piemonte dai cosiddetti Saraceni.

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Ritratto di Aleramo, 
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Cartina del Monferrato

-Il Tesoro dei Saraceni-

-La corsa all'oro nel Monferrato-

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Il Monferrato è da secoli terra ricca di storie e leggende, tra queste una riecheggia per attrattiva stimolando la fantasia di chi l'ascolta, perchè narra di un tesoro nascosto in cunicoli sotterranei, di cui l'accesso è celato da una misteriosa caverna: la grotta dei Saraceni.

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Tutto nasce intorno al X sec. d.c. con le invasioni da parte di popoli nord africani (i "Saraceni") in Piemonte, dove si stabilirono e controllarono vari territori soggiogando gli abitanti.

Nel Monferrato trovarono un luogo particolarmente congeniale nella "Valle dei Frati" (territorio tra Moleto e Ottiglio); qui erano presenti varie grotte che si prestarono molto bene come rifugi per i predoni e nascondigli per i bottini delle consuete razzie che venivano perpetuate nelle campagne limitrofe.

Situazioni analoghe si susseguirono fino a quando, intorno al 1600, il governo intervenne e rese le grotte inaccessibili bloccandone le entrate, e probabilmente, sotterrando così le refurtive accumulate nei secoli.

Questo evento contribuì a celare la vallata in un velo di mistero, che stimolò le paure e la curiosità degli abitanti delle colline vicine, dando inizio a lunghe cacce agli ipotetici tesori nascosti da parte di nobili e non, scavi e ricerche, mappe presunte, oscure presenze che aleggiano nei sotterranei, edifici ditrutti che conducevano direttamente ai cunicoli e quanto di meglio si possa aggiungere per rendere questa storia una misteriosa favola da raccontare intorno al fuoco.

 

Qualsiasi sia la verità, sicuramente la costante attività di estrazione nelle cave di pietra, portata avanti nelle colline circostanti per decenni del secolo scorso, non ha contribuito a preservare il sottosuolo, e molto probabilmente, potrebbe aver cancellato le possibili tracce.

 

Ma queste sono solo supposizioni riguardo una leggenda senza tempo, che rinnova il suo valore tramandandosi negli anni.
 

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